LA STORIA DEGLI A.I.B. di BELLINZAGO

...RACCONTATA DA GULPIN!

 

 

Una piccola storia nobile, trent'anni sul filo della memoria

 

 

“Gli ho chiesto di quei tempi,

quando ancora eravamo così giovani,

ingenui, impetuosi, sciocchi, sprovveduti.

E' rimasto qualcosa tranne la giovinezza

- mi ha risposto”

 

Con questa poesia di Wislawa Szymborska, poetessa polacca e Premio Nobel 1996 per la letteratura, inizia l'ultimo libro di Antonio Tabucchi: “Il tempo invecchia in fretta” .

Penso possa essere da incipit anche per la nostra storia.

In trent'anni abbiamo più che doppiato la nostra età, il tempo, come noi, è invecchiato in fretta, ma, tranne la giovinezza, qualcosa è rimasto in noi di quei giorni, o non saremmo ancora qui a parlarne.

 

La nostra storia si divide in due grandi periodi: dalla fondazione della Squadra alla nascita dell'Associazione, e, da quella data, ad oggi.

Del primo periodo, non c'è quasi nulla di scritto, quindi tutto è affidato alla memoria, restano solo i ricordi dei singoli.

Del secondo periodo c'è tutto scritto, verbali di assemblee, direttivi, documenti, convenzioni … una noia pazzesca !!

Nel 2013 si festeggerà il ventennale dell'Associazione, allora qualcuno provvederà a scartabellare gli archivi ed a scriverne la storia.

Io preferisco raccontare tutto sul filo della memoria.

Il mio racconto sarà fedele alla realtà, o almeno al mio ricordo personale della realtà, che è poi la stessa cosa (1).

E andiamo ad incominciare.

 

C'era una volta ...

Come in ogni favola che si rispetti, anche la nostra storia comincia così.

Nella terra di mezzo, dove scorre il grande fiume, che divide il Piemonte dalla Lombardia, era appena nato il Parco, o meglio, i Parchi, uno sulla sponda destra, l'altro su quella sinistra.

Non voglio addentrarmi tra le problematiche che dovettero affrontare i pionieri di allora, sicuramente seppero farvi fronte con impegno ed entusiasmo. Ma restiamo sulla nostra storia.

Tra le varie cose di cui il neonato Parco piemontese dovette dotarsi, c'era anche un sistema antincendio che preservasse il suo territorio dagli incendi boschivi.

La prima mossa fu l'acquisto di un mezzo fuoristrada dotato di modulo antincendio e l'addestramento del personale di vigilanza all'uso dello stesso.

La seconda, fu di trovare e formare un consistente numero di volontari che potessero supportare il personale del Parco negli interventi di spegnimento.

La ricerca di volontari andò a buon fine, un notevole numero di persone si iscrisse e partecipò ai corsi che si svolsero nella sede di Villa Calini ad Oleggio.

Sulla data in cui si svolsero, come per ogni leggenda che si rispetti, esistono dubbi, c'è chi pensa si siano svolti nell'inverno tra il settantanove e l'ottanta, altri pensano all'inverno successivo, ma lasciamo alla storia ufficiale la soluzione del mistero e proseguiamo con la nostra.

Il dato, per noi importante, è che furono ottimi corsi, ben fatti, e che la partecipazione fu numerosa.

Ad un primo corso presto ne seguì un secondo per rispondere alle molte richieste rimaste inevase.

Ai volontari furono successivamente consegnati i primi DPI antincendio: tuta, casco, maschera, guanti e scarponi.

Furono acquistate attrezzature individuali per la lotta al fuoco: pale, rastrelli, roncole, soffiatori/atomizzatori, pompe Indian ecc.

Tutto era pronto, occorreva solo organizzare il sistema.

A questo punto, sorse qualche problema; alcuni ritennero che dovessero autonomamente formarsi delle squadre AIB variamente distribuite sul territorio in base alla presenza dei volontari, altri pensarono che il Parco dovesse farsi carico di questo compito.

Furono mesi di incertezza.

Laddove nessuno prese l'iniziativa, il lavoro fatto andò praticamente disperso; ove invece, ci si aggregò autonomamente, nacquero le Squadre che esistono ancora oggi.

Bellinzago e Varallo Pombia, le due realtà nate da quella esperienza, raccolsero, e continuano a raccogliere, volontari del proprio e di altri paesi.

A questo punto verrebbe da dire: ...e vissero felici e contenti, ma la storia è appena agli inizi, e può valere la pena di seguirla fino in fondo.

 

... e nacque in una mangiatoia

Ecco una frase che richiama ben altri scenari, sia morali che temporali, ma, benché possa sembrare strano, corrisponde perfettamente alla verità storica.

I nostri eroi, perché di eroi si trattava, alla disperata ricerca di un luogo ove riunirsi, si rivolsero all'Amministrazione Comunale di allora.

L'unico ambiente allora disponibile era la stalla di uno stabile in Via Ticino, stabile destinato ad essere ristrutturato per realizzare il Centro Anziani.

Fu così che la Squadra Antincendio Boschivo di Bellinzago, nacque in una stalla (!!!).

La sede provvisoria consentì, comunque, alla Squadra di costituirsi, ai volontari di imparare a conoscersi, ed a tutti di iniziare ad operare sugli incendi.

Naturalmente tutto ha un termine, e, dovendo iniziare i lavori di ristrutturazione, ci si ritrovò nuovamente in mezzo ad una strada.

E' interessante notare come il problema della sede AIB sia vecchio quanto la nostra esistenza.

Passarono altri mesi, siamo ormai quasi alla metà degli anni ottanta, e, finalmente, venne trovata una nuova sede (ovviamente provvisoria) in Via Don Minzoni.

Ma lasciamo momentaneamente da parte i problemi logistici, e parliamo d'altro.

In quegli anni si cominciò ad operare con sempre maggior frequenza sugli incendi.

Il Corpo Forestale dello Stato imparò presto a conoscerci ed intensificò le chiamate ogni qual volta scoppiava un incendio boschivo.

Fu così che si decise di organizzare turni di reperibilità ventiquattro ore su ventiquattro.

Ci suddividemmo in piccoli nuclei di intervento autonomi; ognuno dei quali, in caso di allarme incendio, era reperibile in giorni, od orari che variavano a seconda delle disponibilità lavorative.

La funzione di centralino, venne affidata al gestore del distributore IP (allora Shell) che, con molto senso civico, si era offerto per questo compito, non certo facile, né comodo da svolgere.

La reperibilità fu limitata al periodo di massima allerta, solitamente concentrato nei mesi da gennaio ad aprile, ma il calendario era annuale, e, in caso di emergenza, poteva essere ripresa in qualsiasi periodo dell'anno.

Il sistema funzionava, tant'è che, dopo più di venticinque anni, viene ancora utilizzato.

Uno dei problemi di quegli anni fu che, non avendo libero accesso ad automezzi ed attrezzature antincendio, questi restavano inutilizzati e inutilizzabili fuori dai normali orari di lavoro, mentre noi ci si doveva arrangiare con le dotazioni individuali e raggiungere gli incendi con mezzi privati.

Finalmente si decise di porre fine a questa situazione, dopo una esercitazione di intervento per testarci (che non si sa mai!), il Parco ci affidò i mezzi necessari: la Land 88 passo lungo con modulo antincendio, il furgone Leyland Sherpa ed una pompa carrellata.

Era il 1988, si chiudeva una fase della storia; ma siamo ancora al primo capitolo.

 

Era una notte buia e tempestosa ...

Ma non si trattava di un fumetto di Charly Brown.

Tante le notti passate nei boschi ed in baraggia; gli otto, dieci anni che seguirono, furono quelli di maggior intensità operativa della squadra sugli incendi.

Ma andiamo con ordine; tra le attrezzature più importanti acquisite in quegli anni, ci furono cinque radio e, udite, udite, era la fine degli anni ottanta, un telefono cellulare !!

La necessità di comunicare era diventata impellente; sugli incendi era fondamentale per la sicurezza dei volontari; e, per l'allertamento era indispensabile avere un numero unico di centralino.

In quegli anni, eravamo pagati dal Ministero dell'Agricoltura per le ore di intervento sugli incendi.

Ogni anno arrivavano gli assegni e, potrà sembrare strano, ma tutti li versavano sul conto corrente della Squadra.

Grazie a queste somme, ad un prestito tra i soci e ad un successivo contributo del Comune di Bellinzago, fu possibile l'acquisto delle radio.

Il cellulare, invece, fu fornito dal Parco.

Per chi pensasse a quel cellulare come a qualche cosa di simile agli attuali, farebbe bene a ricredersi.

Immaginatevi un affare con tracolla, del peso di un ferro da stiro, e delle dimensioni di una piccola valigetta.

Quella era la tecnologia.

Purtroppo, non ci furono solo acquisizioni di attrezzature, ci furono anche alienazioni.

Nel '90 la mitica Land 88 non superò il collaudo e fu dismessa, la Squadra rimaneva senza mezzo antincendio, e, sarebbero passati anni prima che potesse averne nuovamente uno.

 

Nel 1991, venne approvata una legge destinata a cambiare la nostra storia: la 266, legge quadro sul volontariato.

Anche la Squadra AIB di Bellinzago dovette adeguarsi.

Con i tempi necessari all'entrata in vigore della legge ed alla comprensione della stessa, finalmente la Squadra si costituì in Associazione.

 

Era una bella mattina di primavera ...

Quel 20 maggio del ‘93, davanti al Dottor Mittino, notaio in Novara, venne costituita l'Associazione Amici del Bosco.

Fu il primo atto formale, e qui comincia il secondo capitolo della nostra storia.

Venne eletto il primo Consiglio Direttivo, e con esso il primo Presidente: Miglio Eugenio.

L'inizio, come tutti gli inizi non fu facile, finita l'era dei rimborsi spese, iniziò quella delle Convenzioni, che dovevano venire, nel frattempo bisognava spaccare il soldo in quattro per far quadrare il bilancio.

E poi, le nuove incombenze: lo statuto, il regolamento, le assemblee, l'elezione degli organismi dirigenti, il bilancio da inviare in Regione, ecc, ecc, ecc.

Non era più sufficiente saper spegnere gli incendi, diventava impellente darsi una organizzazione in grado di auto-sostenersi, occorreva imparare a gestire la burocrazia.

Ma, soprattutto, bisognava fare in modo che ciò non fosse pratica esclusiva di un piccolo gruppo di persone, e che ci fosse il coinvolgimento reale di tutti i volontari in modo che tutti fossero consapevoli di essere parte integrante di una squadra.

La consapevolezza di “essere squadra” è, oggi, la forza di questa Associazione.

E' ciò che più unisce i volontari, e fa sì che diano con dedizione tempo e lavoro per un fine che tutti ritengono il proprio.

Ad ottobre dello stesso anno, si firmò la prima Convenzione.

Era la convenzione. con il Parco del Ticino per la gestione dell'Area delle Ginestre.

L'autunno successivo con l'arrivo dei primi mille pini, iniziò l'avventura che ha trasformato una cava in ciò che vediamo oggi.

L'autunno del '94 fu anche la data di adesione alla neonata Associazione Volontari AIB del Piemonte, adesione non priva di qualche mal di pancia; non tutti erano convinti, e qualcuno se n'è pure andato.

Oggi la storia sembra abbia dato ragione ai più che hanno fatto questa scelta.

Il '95 fu caratterizzato da due importanti avvenimenti: l'arrivo di un autocarro Bremach di seconda mano (acquistato dal Parco con contributi vari) e la nuova sede (provvisoria) nell'ex stabile dei Vigili Urbani.

Risale a quel periodo anche la regola di riunirci tutti i venerdì per condividere le decisioni, e, dati gli impegni ancora circoscritti ad un breve periodo, per non perdersi di vista gli altri mesi dell'anno.

… Naturalmente anche per socializzare e, al limite, bersi un bicchiere in compagnia.

Si rafforzò ulteriormente lo spirito di Squadra.

Il tempo passava rapidamente, tra un incendio da spegnere ed una riva di cava da piantumare.

Nel '96 la prima pulizia dei boschi del paese.

Nel '99 il primo importante acquisto: oggi potrà far sorridere, ma la campagnola dismessa dall'Esercito fu il primo automezzo di proprietà dell'Associazione.

A fine anno, cambio di guardia sul ponte di comando: dopo Eugenio, tocca al sottoscritto l'onere e l'onore di assumere l'incarico della Presidenza.

Con l'anno successivo nuovo cambio di sede, in vista della ristrutturazione dei locali, dovemmo trasferirci in quella che diventò la nostra sede attuale.

Trasloco previsto per domenica 15 ottobre 2000.

 

Naturalmente siamo fortunati come un cane in chiesa ...

L'alluvione colpisce l'intera Regione; il 14 ottobre partiamo alla volta della Val d'Ossola con la prima colonna mobile di soccorso.

Credo sia stato il primo grande intervento sincronizzato fra tutte le Squadre AIB della Provincia. Le settimane successive, continueremo ad operare ad Arona e nei paesi lungo tutta l'asta del Ticino novarese.

Si può assumere quella data come inizio di una collaborazione fattiva tra le varie Squadre, non solo negli interventi sugli incendi, ma anche in operazioni di Protezione Civile.

Da allora, escluso forse solo i piccoli interventi locali, tutto venne coordinato almeno a livello di Distaccamento se non superiore.

Ricordo solo le operazioni più importanti e note: l'emergenza Lago Effimero del 2002; l'emergenza incendi nell'alessandrino dell'agosto 2003; le Missioni Liguria 2007 e 2008; l'alluvione delle valli Torinesi e Cuneesi nella primavera del 2008; le Missioni Puglia 2008 e 2009; il terremoto in Abruzzo del 2009; l'emergenza incendi in Liguria del settembre 2009.

La nostra Squadra ha naturalmente partecipato a tutte queste operazioni inquadrata, e coordinata, con le altre in quello che, nel frattempo, è diventato il Corpo Volontari AIB del Piemonte.

Con il nuovo secolo, è anche iniziata quella che possiamo chiamare l'era dei Progetti , abbiamo imparato ad utilizzarli.

Grazie alle Fondazioni Bancarie ed agli altri Enti che li hanno banditi, abbiamo potuto, in questo decennio, acquistare ben tre automezzi, oltre a una consistente fornitura di attrezzature e di DPI.

La disponibilità di attrezzatura consente, oggi, di operare su più fronti: dallo svuotamento di case allagate; agli interventi per la disinfestazione di vespe e calabroni; alla ricerca di persone scomparse.

Senza dimenticare gli incendi, per i quali, nel corso degli ultimi anni, abbiamo avuto dalla Regione: DPI, attrezzature, e, soprattutto, Corsi di Formazione.

Non vorrei dilungarmi oltremodo, solo ricordare ancora un paio di cose fatte dall'Associazione in questi anni:

la prima è, l'aula didattica costruita qui all'Area le Ginestre con il contributo del C.S.V., del Parco e della Proprietà; inaugurata nel 2005, ha costituito un importante potenziamento dell'offerta formativa dell'Area stessa. Ricordo che parliamo di qualche migliaio di fruitori l'anno.

La seconda, l'organizzazione nel maggio 2006 a Bellinzago del Quarto Raduno Regionale del Corpo Volontari AIB del Piemonte, organizzazione certo non semplice, e che ha, comunque, avuto anche un notevole riscontro.

E, naturalmente abbiamo creato un sito internet ed una pagina su facebook (e come potrebbero mancare!).

 

Siamo ad oggi: la nuova sede sembra finalmente ad un passo dalla realizzazione grazie al contributo della Regione e del Comune di Bellinzago.

Non posso non ricordare che anche le nuove tute di protezione civile, sono state acquistate con il contributo Regionale, e, questa volta, col cofinanziamento del Comune di Cameri.

Siamo in attesa di notizie circa il finanziamento regionale per l'acquisto di un nuovo automezzo in sostituzione del Bremach ormai vecchiotto.

Ma non siamo certo intenzionati a fermarci qui:

Abbiamo appena acquistato nuove tute ed attrezzature per gli interventi sui calabroni.

L'acquisto di alcune nuove radio, è previsto per i prossimi mesi, per potenziare la nostra capacità di comunicazione.

Per l'Area le Ginestre abbiamo in programma la realizzazione di un nuovo sentiero per salire al panettone, in sostituzione di quello chiuso per frana; il rifacimento del ponte del Luccio che da problemi di deflusso dell'Acqua; la realizzazione di una struttura di bird watching, per la quale abbiamo già la promessa di un finanziamento parziale da parte di una grande multinazionale.

Per tutto ciò ci aspettiamo un sostegno da parte del Parco per le fasi progettuale, e finanziaria.

E, ovviamente, quello del comune di Oleggio per una rapida approvazione dei progetti che presenteremo.

 

Avrei avuto molte altre cose da raccontare, ma alcune, non erano poi così importanti; per altre, ormai, non c'era più posto; altre ancora, semplicemente, le ho scordate.

Trent'anni sono lunghi, ma la nostra storia non finisce qui, permettetemi di concludere con le parole di un grande scrittore nord africano .

 

Se qualcuno in mezzo a voi ci tiene a conoscere il seguito di questa storia, dovrà interrogare la luna quando sarà interamente piena.

Io deposito qui davanti a voi il libro, il calamaio ed il portapenne ... (2)

(1) J. L. Borges

(2) da “Creatura di sabbia” di Tahar Ben Jelloun